Prima di essere un campione nell’era d’oro del calcio, Cristiano Lucarelli è stato un uomo vero, un leader carismatico che ci ha sempre la faccia, trascinando a suon di gol le squadre che hanno avuto la fortuna di poter contare sul suo inestimabile valore umano e sportivo. Tali caratteristiche che gli hanno permesso di imporsi nel calcio professionistico, adesso rappresentano un punto di forza del Lucarelli allenatore che con maestria e sapienza ha conquistato il cuore dei suoi ragazzi, realizzando campionati di grandissimo spessore.
In esclusiva a ZonaCalcio.net è intervenuto Cristiano Lucarelli, il quale ai nostri microfoni si è soffermato sul calcio italiano, sull’essere allenatore e su tanto altro.
Legami – “Ritengo di aver preso da ognuno dei tecnici che ho incontrato durante il mio cammino da calciatore, distinguendo gli aspetti positivi da quelli negativi e facendone tesoro. Parliamo di grandi figure come Mazzarri, Mazzone, Ulivieri, Guidolin, Lippi, Ranieri e tanti altri. Sicuramente Mazzarri mi ha trasmesso davvero tanto, con lui si è creato un rapporto che va oltre il rettangolo di gioco, e mi ha distillato la passione per la panchina. Personalmente il calcio per me era stop, tiro e rete, dopo l’incontro con l’attuale tecnico del Torino, la mia visione si è allargata, soffermandomi sul collettivo.”
Uomini veri – “I social limitano parecchio i calciatori, difatti permettono a coloro che in campo forse non eccellono di personalità di esprimersi in maniera più libera, mentre per i calciatori più caratteriali diventano quasi un limite, visto che giustamente per evitare ripercussioni, tendono a mantenere un basso profilo. Sono convinto che nel calcio moderno ci sono ancora uomini veri, che rappresentano una nuova generazione non cresciuta come noi giocando in strada, ma bisogna non fare pesare tale aspetto.”
Carattere e percorso – “Il mio carattere “fumantino” è stato la mia forza, mi ha permesso di raggiungere quasi 250 gol tra Serie A e B, Champions League, Europa League e nazionale, questa mia peculiarità è stato un fattore determinante per la mia carriera da calciatore, nella quale credo di aver fatto delle cose importanti purtroppo mi è mancata solo la possibilità di confrontarmi con una big del calcio italiano, oltre il Napoli. In panchina sento la stessa voglia di arrivare e di vincere, ma in tale contesto non conta solo la mia professionalità ma inculcare tali principi e valori ad un gruppo di 25 uomini. Nel mio percorso da tecnico e soprattutto nel confronto con i calciatori ho sempre cercato di non far pesare il mio nome sin dagli allievi nazionali del Parma, e difatti insieme a questi ragazzi ci siamo tolti delle grandissime soddisfazioni. Inoltre credo che un vero allenatore debba mettersi sempre in discussione e ciò viene molto apprezzato dai propri calciatori.”
Calcio specchio della società – “Il calcio rappresenta uno specchio della società in cui viviamo, il nostro contesto socio-culturale è caratterizzato da tante vicissitudini, che si riflettono sul nostro movimento. Il calcio italiano vive nei suoi pregi e difetti, ma purtroppo non è più seguito come una volta, non ci si emoziona più visto che gli esiti dei campionati appaiono sempre scontati, bisogna in primis dare slancio al sistema con una distribuzione ripartita in modo eguale dei diritti televisivi.”
Serie C – “E’ un campionato dove si nota l’assenza di qualche che compagine che l’anno scorso rappresentava un fattore importante come Cosenza, Matera e lo stesso Lecce. Nei piani alti il tutto si restringe a Juve Stabia, Trapani, Catania e Catanzaro. I campani hanno dato continuità al loro progetto tecnico e la squadra sta andando a memoria, ma il campionato non può essere definito chiuso, bisognerà capire come il sodalizio campano riuscirà a reagire ai momenti negativi della stagione, considerato che è estremamente difficile mantenere i ritmi così elevati nell’arco di un intero campionato.”