Inter, una semifinale che deve far paura, nel “ricordo” del Dnipro
L’Inter di Antonio Conte supera il Bayer Leverkusen nel quarti di finale di Europa League e approda alle semifinali dove incontrerà la vincente tra Shakhtar Donetsk-Basilea. Una sfida, la prossima, che sulla carta sembra agevole ma che nasconde più insidie di quel che sembra, e il nemico numero uno indosserà la maglia… nerazzurra.
I milanesi, infatti, anche quest’anno hanno mostrato come il fantasma dell’autolesionismo sia sempre pronto a fare la sua comparsa. È successo col Dortmund, è successo con il Sassuolo, è successo anche col Bologna e col Verona. Partite sulla carta più o meno abbordabili, con l’Inter che dopo l’iniziale vantaggio si è vista rimontare in maniera molto ingenua compromettendo il passaggio dei gironi di Champions e la corsa al tricolore.
Semplici black-out, è vero, ma che nell’economia della stagione hanno pesato tanto, quasi troppo, e che potrebbero riproporsi nel penultimo turno dell’Europa League, se Conte non metterà tutti sulle spine. Cali di tensione o di attenzione non sono ammessi, pensare di aver già un piede in finale è l’errore più grande che si possa fare.
In questo senso, un ricordo recente del calcio italiano fare da monito: Napoli-Dnipro. Gli azzurri approdarono alle semifinali della competizione contro il “modesto” club ucraino, entrando in campo senza la cattiveria necessaria e con la testa altrove. Risultato? Dnipro in finale, e partenopei a casa senza neanche sapere come.
L’Inter, insomma, sa cosa deve fare e, soprattutto, cosa non deve fare. Adesso la parola al campo.